Al femminile in Me
Il trauma della separazione. Il cuore umiliato dall’abbandono di Lui.
La mancanza di protezione ti ha resa guerriera e, senza pace, hai invaso quel territorio desolato fino a sovrabbondare per compensare quei vuoti lasciati dal tuo “debole” complemento.
Hai sudato dolore. Non hai sentito Lui gridare nel tentativo di reclamare il suo posto.
Finché ti sei accorta di esserti presa tutto e, per il senso di colpa e la vergogna, ti sei punita tagliandoti a pezzi il petto come sacrificio con la convinzione di fare così posto a Lui.
Il braccio sul cuore per coprire le tue ferite che sanguinavano in suo onore tracciando percorsi per recuperare il contatto.
Al maschile in Me
Il trauma della separazione. Il cuore umiliato da un senso di soffocamento, inaridito, si è fatto pietra e ti ha reso guerriero e, accecato dalla rabbia, hai lottato per far sentire la tua voce.
Inascoltato perché Lei urlava più forte e si era presa tutto lo spazio che tu avevi lasciato incustodito perché ti sentivi un incapace. Piangevi in silenzio.
Finché spinto dalla vergogna e dal senso di colpa, hai combattuto fino allo stremo per mostrarle la tua presenza e reclamare il tuo trono accanto al suo.
Convinto di aver perduto la spada d’onore, hai protetto Lei strappandoti dalla schiena l’ala destra della tua direzione, tamponandole le ferite. Hai castrato il tuo volo ma sabotandolo sei caduto tra le sue braccia.
Così come due imperfetti sconosciuti vi siete incontrati in una nuova forma e come due fiamme vi siete accesi con i lumi della chiarezza.
Al vostro calore, l’ala si sciolse come un balsamo. Petali carminio al posto delle gocce di sangue.
Una rosa è nata dall’unione di quei petali, simbolo delle vostre parti date in sacrificio.
Un rigido gambo li tiene uniti e protetti, come fosse una spada.
Non lama tagliente ma strumento di una nuova alleanza di pace e amore tra un Re e una Regina.
(Foto e sculture: Viviano Biagioni)
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