La scelta di vivere in uno stato di esplorazione continua di sé che si può tradurre in uno stato “eremitico” di ricerca, non è compresa da molti che lo considerano una forma di asocialità, di stranezza, di perdita di buon senso.
Ma so che questa scelta è per me quel punto di silenzio in cui re-incontro me stessa, conosco il mio mondo autentico e lo proietto all’esterno come mia realtà, e se altri non vedono questo ma vedono solo l’isolamento di un tipo strano e asociale, va bene lo stesso.
Però sono consapevole che c’è chi vuole condividere con me questa ricerca e rivendica questo modo di essere semplicemente se stesso, che ci interconnette preservando e risaltando l’unicità di ognuno.
D’un tratto scopro che questo isolamento si svela una effettiva condivisione.
Mi accorgo che qualcuno c’è perché percepisco che lì, da qualche parte, è seduto proprio vicino a me o cammina al mio fianco.
Alla scoperta di noi stessi.
E per questo, sono profondamente grata. 🌈🌈🌈
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