“Amo la libertà , e tanto più l’ho amata,
Quella vera, quanto più ho compreso
Che gli uomini si arrendono alla schiavitù
E all’oppressione e alla tirannia,
Si inchinano a idoli mostruosi
Eretti nelle antiche ere e lucidati
Dalle aride labbra degli schiavi.
Pur amando la libertà, quegli schiavi, però,
Io li amo: perché senza vedere, in placida
E dimentica coscienza, essi hanno baciato
Le guance della bestia feroce, dietro il sorriso
Non hanno intuito il veleno della vipera, e
Senza saperlo si sono scavati la tomba
Con le proprie mani.
L’amore per la libertà è il mio amore più grande,
Perché essa, ho scoperto, è un’amabile
Fanciulla che è sfiorita a forza d’esser sola,
Che la solitudine ha reso evanescente
Come uno spettro che si aggira per le case,
Non riconosciuto e non accolto, e si ferma
Ai bordi delle strade e invoca i passanti
Che non prestano attenzione
Al suo richiamo”.
Tratto da “Il giorno in cui sono nato”, Khalil Gibran.
Scultura: Libertà – Zenos Frudakis