Ho urgenza di essere quello che sono, sì.
Ho deciso di portare avanti i progetti nel modo che onestamente mi rappresenta, con leggerezza e chiarezza di intenti e visione.
“Io sono quello che sono“: frase profondamente connessa all’Essenza.
In questo caso però voglio darle anche un’accezione “pragmatica”, perché ho davvero l’urgenza di accettarmi così come sono nella vita di tutti i giorni.
Mi sento appesantita da ciò che non mi occorre più perché ha ultimato la sua funzione.
Intendo accogliere nella mia vita ciò che mi rispetta e so bene che molto dipende da me.
Mi sto rendendo invisibile e spogliando per rendermi di nuovo visibile in modo più integro ma anche trasparente per la leggerezza.
Io sono quello che sono: il mio laboratorio di gioco e sperimentazione.
Affronto ciò che mi accade come una lezione, certa di un beneficio, a volte collaterale e non immediatamente riconosciuto.
Mi lascio condurre dalla mia barca mollando le resistenze che ogni tanto si fanno sentire.
Mi limito a dare un’aggiustatina al timone ogni tanto.
I giudizi che tornano a fare capolino, mi impegno a utilizzarli per allenare la compassione prima di tutto verso di me per la mia imperfezione. Essa è l’interruttore perché io continui a incuriosirmi verso ciò che contribuisce a quel miglioramento in continuo divenire.
Mi osservo e vigilo sui sabotaggi della mente. Imparo a fidarmi dell’intuizione.
La mente ogni tanto dubita ma sento che in me tutto è perfetto così com’è semplicemente perché sto seguendo ciò che il cuore mi suggerisce.
Quando la difficoltà appare, mi alleno a focalizzarmi sulla soluzione anziché perdermi nel problema e alimentarlo buttando su benzina.
L’esperienza continua a dare fondamento al fatto che tendenzialmente il risultato è più semplice e morbido rispetto a ciò che temo. Tendenzialmente.
Voglio esserci per me. Davvero. Per farlo, ho urgenza di essere e agire quello che sono.
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