Negli anni, i punti interrogativi avevano divorato Teseo (…) Il Roy romano aveva continuato a porsi domande fino a scoprire il suo posto di pace, nel mondo dei sogni.
(…)
In posizione fetale come un bimbo addormentatosi dopo la sua ultima ninnananna e al caldo della sua coperta preferita di pile verde, Teseo era girato verso la parete su cui erano appese le mappe stellari e la foto di Roy Batty, che si era staccata dal muro, perché le tre puntine blu – suo colore preferito – erano saltate. La foto gli era caduta addosso, finendo sul fianco sinistro, quello ancora rivolto al mondo.
«… E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.»
Ogni sua preoccupazione si era perduta nel tempo. Ogni gioia e dolore terrestri erano stati consegnati alla sua parte d’umana storia conquistata.
Così Roy se n’era andato, per cercare la sua stella.
(Da Roy e le Stelle di Serena Derea Squanquerillo)
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