“Cuore a metà”: Neeman Sobhan presenta il suo libro alla Casa Internazionale delle Donne di Roma

"Cuore a metà": Neeman Sobhan presenta il suo libro alla Casa Internazionale delle Donne di Roma

A Roma, giovedì 21 novembre prossimo, alle ore 18, il Ristrò Luna e l’Altra – all’interno della Casa Internazionale delle Donne – ospiterà la presentazione del libro “Cuore a metà – Vite tra due Mondi di Neeman Sobhan, pubblicato a febbraio 2024 da Armando Curcio Editore. L’incontro sarà condotto dallo scrittore e critico letterario Andrea Di Consoli.

Presentazione Cuore a metà 21.11.2024 ore 18.
Insieme alla scrittrice italo-bengalese Neeman Sobhan, interverrà la giovane Silvia De Matteis, storica dell’architettura, che ha tradotto insieme a Sara Zingarini dall’inglese in italiano il libro. A valorizzare il misconosciuto ai più e invece fondamentale ruolo del traduttore nell’avventura editoriale di un libro, per “portare a casa” il testo in una lingua che non è la sua, in una cultura che non è quella in cui il testo ha preso forma, senza tuttavia snaturarlo, nel rispetto dell’autore e del lettore.

Un lavoro difficile e preziosissimo, ma spesso invisibile, che vede i traduttori – e soprattutto le traduttrici, che sono più numerose, in Italia l’85% –, fin qui poco valorizzate, anche se più recentemente qualcosa sta cambiando. Laddove invece il lavoro delle traduttrici è quello di autentiche mediatrici culturali. E implica una grande responsabilità.

Come scrive il poeta e critico letterario Valerio Magrelli citando Jean Starobinski, essa “consiste essenzialmente nell’individuare quello che secondo l’interprete è il centro nevralgico del testo, che può collocarsi in un livello o in un altro”. E tradurre non è solo una professione, un mestiere coi suoi attrezzi, ma un’esperienza viva e vitale: “Un libro è davvero come una pianta che va innaffiata e protetta e poi lasciata crescere, lo è sia che lo si scriva, sia che lo si traduca” (cit. Anna Nadotti, traduttrice, scrittrice e critica letteraria).

La lingua peraltro, la lingua madre della scrittrice – il bengali, বাংলা –, così come le lingue dei Paesi di adozione delle protagoniste dei 14 racconti nelle sfumature diverse che le parole rivestono nelle diverse culture, attraversa da co-protagonista il libro.

Note di linguaggio quindi, inserti di perifrasi e aggiunte, una necessaria contestualizzazione che rimanda agli eventi storici principali dell’India, e poi del Bangladesh, intersecano i racconti, a facilitare il lettore italiano nella comprensione di un mondo, quello della scrittrice e quello di donne come lei, non migranti, ma nomadi per scelta. L’undicesimo dei quattrodici racconti darà il titolo al volume, “Cuore a metà”, e le protagoniste sono donne bengalesi che vivono altrove, in bilico tra il desiderio di rimanere all’estero dove la loro vita si sta dipanando e il naturale desiderio di un ritorno a casa.

Personaggi femminili inventati – Naureen, Farida, Putul, Rina, Shayla, Shireen, Tamara, Rupa, Cini, Mina, Sabera, Rumana, Sadia, Shopna, Husna e le altre – alimentati però dalla reale biografia dell’autrice, in un arco temporale che va dagli anni ’50, attraversa la guerra di indipendenza che nel 1971 ha portato alla creazione del Bangladesh e prosegue negli anni a venire. Frammenti della sua vita personale di professionista, insegnante, scrittrice, poetessa, donna, madre entrano, trasfigurati, nella vita delle protagoniste, tra loro legate nell’artifizio letterario, citate le une nel racconto delle altre, l’una parte per un tratto della vita dell’altra.

Una “cornucopia” dispensa generosa nelle loro esistenze una mescola di diverse culture e identità, che se pure le confonde o in qualche caso genera incomprensione o frustrazione, e rimpianti e nostalgie, non inibisce però in ciascuna di loro, e nell’autrice, Neeman Sobhan, con loro, la capacità di guardare “oltre”, “oltre i confini materiali e culturali, alla nostra comune, vulnerabile umanità”. E quella di sognare, “in qualsiasi lingua” del mondo.

Note biografiche

Neeman Sobhan – Scrittrice, poetessa, editorialista italo-bengalese. Un M.A. in Letteratura inglese e un B.A. in Letteratura comparata conseguiti all’Università del Maryland (Usa). Dal 1978 vive a Roma con il marito economista in pensione dalla FAO, la sua città natale è Dhaka dove torna ogni volta che può. Fino a poco tempo fa insegnante di Inglese e Bengali all’Istituto di Studi Orientali dell’Università “La Sapienza” di Roma. La sua narrativa, scritta in inglese, è apparsa in molte antologie e riviste letterarie. Tra le sue pubblicazioni: una raccolta dei suoi articoli in An Abiding City. Ruminations from Rome (2002); Piazza Bangladesh (2014); le poesie del volume Calligraphy of Wet Leaves (2015). Ha partecipato come protagonista (con Valerio Binasco) al Radiodramma ‘Dhulan, la sposa indiana’ di Melania Mazzucco (regia di Wilma Labate), vincitore di Prix Italia 2001- sezione radiodrammi.

Silvia De Matteis

Silvia De Matteis – La traduzione di questo libro la sua prima, riuscita, esperienza editoriale. Studentessa per un tratto proprio di Neeman Sobhan durante un dottorato, è Dottore di Ricerca in Storia dell’Architettura. Nella sua formazione: PHD in History of Architecture Università “La Sapienza” di Roma; Arts and Heritage Management, Treccani Academy; One-cicle Master’s Degree in Architecture, Università “La Sapienza. In curriculum: Freelence 3D Architecutural Visualizer per la realizzazione di modelli per il restauro della stazione del XIX secolo di Bucarest; Assistant to the Project Manager, Fondazione Pistoletto; Design Intern, Orproject, Londra. Pubblicazioni: con il Prof. Augusto Roca de Amicis, Luigi Vanvitelli’s project for the Loggia di Brescia (2024); I progetti juvarriani del 1714-1717 per il San Filippo Neri: ipotesi di ricostruzione spaziale conference Guarini e Juvarra a Torino (2024); La Piazzetta del Nuovo e il Monastero dei Santi Maria e Andrea di Chieri in Palladio (2023).


Andrea Di Consoli

Andrea Di Consoli – Scrittore, critico letterario, autore, nasce in Svizzera, ad Ulster, nel 1976, da genitori lucani. Vivrà in Lucania dal 1987 al 1996, poi si trasferisce a Roma. Tra i suoi libri: Discoteca (2023), Lago negro (2005), Il padre degli animali (2007), La navigazione del Po (2007), La curva della notte (2008), Quaderno di legno (2009), La Commorienza. La misteriosa morte dei fidanzatini di Policoro (2010), La collera (2012), Il miracolo mancato (2016), Diario dello smarrimento (2019), Tutte queste voci che mi premono dentro (2021). Dimenticami dopodomani, uscito nel 2024 per Rubbettino, con la prefazione di Mario Desiati, “canzoniere realistico e struggente (…) della sua generazione”, è il suo ultimo romanzo. Autore di documentari, tra cui Mater Matera (2015). Ha scritto soggetto e sceneggiatura del film La notte più lunga dell’anno (2021) diretto da regista Simone Aleandri.

La Casa Internazionale delle Donne, in via San Francesco di Sales 1/A, è centro culturale propulsore della cultura e delle azioni delle donne, di cui condivide gli obiettivi, anche di sostegno alla produzione artistica femminile, dalle registe, alle scrittrici, alle pittrici. Per info: tel. 06.89510870.

Dal comunicato dell’Ufficio stampa Diana Daneluz.

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