Memorie di vite in preghiera sulle ginocchia
e offerte agli altari della devozione.
Braccia tese verso un Amore trascendente
con l’affanno di catturarlo e renderlo immanente
in templi e cattedrali eretti all’eternità.
Il timore di non raggiungerlo,
il dolore di crederlo non meritato.
Finché le mie stanche braccia si abbassarono
e le mani cercarono il petto per un luogo conosciuto.
Il cuore si aprì; l’Amore si svelò e mi mostrò
che la devozione era lo sbiadito ricordo
della dedizione al mio stesso Essere.
Allora i tetti dei luoghi sacri furono divelti
e i miei occhi volsero alle stelle, individuando
quella con la mia firma, custode della mia storia.
Così ricordai un’antica promessa fatta a me stessa,
persa nel gioco dei tempi:
«Dimenticherai chi sei e ti sentirai lontana da Casa.
Le tue braccia, spinte da un ricordo sigillato,
tenderanno verso un Cielo da cui ti sentirai esclusa.
Finché ti arrenderai e ti riscoprirai astro tra gli astri,
ma con lo sguardo stupito e il cuore trionfante
di chi è testimone di un’Umana conquista».
(Foto ©NKCHU)
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