“FantastichiAmo”, la raccolta di fiabe illustrate di Paolo Angeloni – Intervista all’autore

“FantastichiAmo”, il libro di fiabe illustrate di Paolo Angeloni - Intervista all'autore.

Il 24 settembre è ufficialmente uscito sugli stores digitali il libro di fiabe “FantastichiAmo”, il nuovo lavoro, autopubblicato di Paolo Angeloni, autore di Velletri (Roma), con le illustrazioni realizzate da sua figlia Sonia. Paolo è già stato ospite di “Racconti d’Arti” e di “Dialoghi”, la mia prima rubrica, per parlarci dei suoi libri e confrontarci su più tematiche. Buona lettura!

Il progetto è nato “con un obiettivo e un occhio rivolto ai piccoli lettori ma non solo” ed è disponibile esclusivamente in formato cartaceo sulle piattaforme online tra cui il sito di pubblicazione Youcanprint o, per chi è di Velletri e dintorni, direttamente tramite l’autore, contattandolo tramite i suoi canali social.

Benvenuto, Paolo. Ci presenti FantastichiAmo”?

Questa raccolta comprende cinque fiabe ripescate da un cassetto dove, nel corso degli anni, le mettevo dopo averle scritte. Una di queste la raccontavo a mia figlia quando era bambina e risale a circa trent’anni fa. Questa fiaba cambiava ogni giorno, nel senso che lei voleva ascoltare sempre la stessa storia, ma io non la ricordavo sempre come era nel giorno precedente e, quindi, mi sono reso conto che avrei dovuto lasciarne una traccia scrivendola. Adesso, l’ho messa all’interno di questa raccolta insieme alle altre.

Poi, ho guardato una trasmissione in tv che riguardava i bambini all’interno dei nosocomi, seguiti dai medici clown. Mi è venuto così in mente di fare questa raccolta, perché in qualche modo potessi farla arrivare a loro, tant’è che io ora sono in contatto con qualche associazione di questo tipo a Roma e sto aspettando delle risposte. So che è molto difficile per un esterno entrare in questi ospedali, ma anche appoggiandomi alle ludoteche che sono lì dentro, magari potrei far pervenire tramite i medici clown qualche copia a esclusivo beneficio dei piccoli, che così potranno avere un momento di relax».

Cosa ci racconti delle delle illustrazioni?

Le fiabe sono tutte illustrate da mia figlia Sonia, che è laureata in Arte e Scienze dello Spettacolo a indirizzo Cinema, alla Sapienza di Roma ed è diplomata in sceneggiatura all’Accademia Griffith di Roma. Sonia è tra i vincitori del premio ‘Velletri Libris’ del 2019 ed è co-autrice della raccolta di racconti Pot-pourrì del 2021. Con la passione del disegno, ha illustrato la raccolta e anche la copertina, dove sono compresi tutti i personaggi delle fiabe.

Dal libro escono fuori anche i personaggi, tant’è che l’introduzione stessa è scritta da uno di loro, Ilvio, lo scarabocchio (anche detto Sgorbio) che presenta i suoi amici a chi vorrà leggere, per cui c’è anche l’intenzione di un’interazione con il lettore. Questa raccolta è piccola, perché è un esperimento. Per cui se la cosa produrrà un risultato legato al fine sociale prefissato. Ci sono ancora molte di fiabe che potrei includere in lavori successivi.

Tra l’altro la fiaba di trent’anni fa, dal titolo “Il Vecchio e la Stellona”, ha ottenuto nel 2021, in Puglia una Menzione Speciale al Concorso Internazionale di Fiabe “Con Giorgia per la vita”, organizzato da un’associazione nata a nome di una bambina morta nel sonno a due anni e mezzo, su iniziativa dei genitori per ricordarla.

Poi c’è “Ilvio, lo Scarabocchio, che si è classificato al secondo posto e ha ricevuto anche una Menzione Speciale al Concorso letterario “Città di Artena”, nello stesso anno. Tutte le fiabe hanno un risvolto dal punto di vista sociale, dell’ambiente o dell’inclusione, che va letto e recepito anche dagli adulti, poiché le fiabe sono istruttive per definizione.

Alla fine del libro, ci sono alcune pagine a righe, vuote, come spazio riservato al lettore. È un elemento che, ultimamente, ho notato essere diffuso. Credi che sia una scelta dovuta a una necessità di entrare in interazione con chi legge, per renderlo partecipe dell’esperienza? Forse deriva, almeno in parte, dalle limitazioni che i contatti umani e la comunicazione diretta hanno subito nel periodo dei lockdown e delle restrizioni, negli anni passati. Cosa ne pensi?

Sono d’accordo. È un modo poi per esprimere la propria creatività e le riflessioni su ciò che si è letto.

Nuovi lavori in vista?

Sto lavorando a due progetti. Oltre a quello di ampliare le fiabe con lo stesso obiettivo, sto lavorando a un romanzo. Negli anni ho saputo che tra me e mio fratello, avrebbe dovuto esserci una femminuccia che non è mai “venuta fuori”, perché mia madre l’ha perduta che ancora non era nata.

Ho immaginato che questa sorella si sia reincarnata in me, uscendo con la sua personalità. L’ho chiamata Eva, come la prima donna. E dunque escono cose esilaranti, perché lei vuole intromettersi in tutte le decisioni che io devo prendere, anche se in alcuni casi mi suggerisce soluzioni che mi aiutano. Lei vede con i miei occhi e parla attraverso di me, facendo quello che farebbe una persona qualsiasi. Ma di fatto, non c’è.

È un romanzo, se vogliamo, di natura psicologica, che è in scrittura e, credo, ci vorranno un paio d’anni perché sia pronto.  

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