Il guerriero svela il saggio

A quel punto scatta un qualcosa dentro. Un ruggito e il guerriero che vuole vivere, esce fuori e combatte con passione e forza.

Un percorso estenuante, ma il guerriero vince.

Da quella ferita profonda portata come un trofeo, da quello squarcio, esce una luce mai vista che irradia e riempie.
Dunque
 egli capisce che quella sofferenza lo ha in realtà salvato.

Le toglie il velo e scopre che questa sofferenza ha il suo stesso volto che gli sorride e gli chiede di accettarlo perché è l’unico Vero Amore che gli dà vita incondizionatamente: l’Amore che merita.

Il suo volto gli chiede perché lui l’abbia voluto mascherare di tanto odio e aridità.
Con le lacrime agli occhi il guerriero lo accoglie in sé e comincia a vedere i colori, a sentire una musica serena e a percepire uno slancio interiore che gli fa desiderare di guarire e vivere, invece di sopravvivere strisciando.

E il guerriero svela il saggio.

Il saggio comprende che nel momento in cui si tocca davvero il fondo e si molla la presa, ci sono due vie opposte:

  • rinunciare e andarsene, buttandosi inesorabilmente nell’abisso;
  • accendere la luce e riuscire a vedere davanti a sé quel grande cancello aperto, pieno di opportunità.

È proprio in quel momento che il saggio scopre di avere un seme di Amore nascosto dentro di sé che gli permette di gridare e di dire: ”NO, IO ESISTO! SONO VITA!”.

Ora, al di là di tutte le maschere e di ogni esperienza, il saggio sa che la consapevolezza di esistere rappresenta VERAMENTE tutto ciò che egli è.

È il bene autentico che:

  • gli insegna ad osservare e a vivere ogni istante non come se fosse l’ultimo, ma come un rinnovamento continuo.
  • che gli fa scoprire che anche se si lascia cadere nel vuoto, egli ha le ali per tornare su.

La maschera si è sgretolata, la sua Anima ora è libera di splendere.

Il saggio sa di poter scrivere la propria storia avendo a disposizione tante opportunità ogni momento, senza essere schiavo dei suoi schemi, della vergogna, dei sensi di colpa e del continuare a cercare l’Amore che egli è, al di fuori di se stesso.

Derea

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