Sabato 25 gennaio è stata inaugurata la mostra “Era & Smedu”, a cura del collettivo spontaneo di artisti del territorio e dintorni, “Echi”, presso il bar/pub La Piazzetta in piazza Mazzini, a Velletri (Roma). Le due artiste Lidia Cestari, di Aprilia, e Alessandra Medulla, catanese residente ad Aprilia, espongono le loro opere particolarmente legate al mondo femminile, con idee, stili e metodi creativi in un certo senso complementari tra loro: rispettivamente una progettista e una istintiva.
Ho dialogato con le due artiste per farci raccontare un po’ della loro arte. Ho iniziato con Lidia Cestari, in arte “Era”.
Partiamo con il concetto di “donna”. Io rappresento un universo che è prettamente personale e il mio modo di rappresentarlo è attraverso il corpo della donna, che in questo caso, così come le molecole compongono il corpo, lei è come una molecola dell’universo. Lo compone. Per me l’universo è composto di questo flusso femminile e questo lo rappresento assemblando con una certa logica, corpi femminili tra di loro.
Faccio composizioni di donne che a volte possono essere geometriche, a volte modulari, a volte possono rappresentare dei simboli, il tutto con un po’ di condimento erotico e soprattutto un concetto di amore universale, secondo me. In molti casi cerco di lanciare un messaggio di apertura mentale contro la mercificazione e oggettivizzazione della donna e del suo corpo. Sono piccole provocazioni.
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Per quanto riguarda materiali e tecnica?
Io nasco come grafica e di conseguenza ho sempre avuto una propensione e passione per la stampa, quindi i classici metodi di stampa in bianco e nero, a retino, a incisione, poi anche il fumetto. Mi hanno portato a realizzare le mie opere con una tecnica a china, in bianco e nero su carta, che poi nel tempo ho elaborato anche con i pennelli calligrafici, con l’aggiunta di pochi particolari con la foglia d’oro, tipici dell’arte bizantina o della “Secessione viennese” (Liberty/Art Nouveau ndr).
Con il tempo sono tornata anche alla pittura con l’acrilico su tela, fino a utilizzare la tecnica digitale con una tavoletta grafica e un programma apposito con cui disegno partendo sempre prima da bozzetti su carta, a matita. C’è sempre un lato di progettazione iniziale che è ben più lungo del definitivo finale. Quello che io propongo non è l’idea, ma il concetto di quello che faccio.
È poi la volta di Alessandra Medulla, che dopo l’inaugurazione, nella piazzetta antistante il bar ha intrattenuto i presenti con un live painting realizzando un dipinto estemporaneo.
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La mia arte è istinto. Non ho una comunicazione costante, nei miei anni. La base è sempre stata una sorta di sfogo e un modo di esprimere me stessa. Io sono un tipo molto socievole, parlo molto, però le parti mie più intime, paradossalmente, non le condivido spesso e volentieri. L’arte è un modo per farlo. Per i dipinti, c’è tutta la parte realistica con i ritratti in chiave fumettistica.
Tutta la parte astratta invece è uno sfogo emotivo, per cui anziché dimostrare qualcosa è semplicemente mettere su tela un mio momento al 90% negativo, in cui sono piena di rabbia, malinconia… è letteralmente un’arteterapia.
Nascendo come fumettista, mi sono dovuta modernizzare con l’arte digitale, ma il colore con le mani, lo sporcarsi; il fatto che il colore si comporti in un modo non sempre controllabile, è istintivo, a differenza di quello che accade con l’Ipad, dove è tutto più ragionato. Il colore va per i fatti suoi e da quell’errore io posso trarre un altro effetto che non avrei mai fatto ragionando. Cosa che accade ad esempio con l’acquarello usando la bruciatura, effetto scorretto di questa tecnica che invece io uso come base.
Ho un progetto con i ritratti; a me piace molto la fisionomia, soprattutto le persone particolari, sono una che varia molto con il concetto di bellezza, non ho uno standard. Per quanto riguarda il messaggio, amo e tendo a scegliere attrici molto forti, sensuali, erotiche, libere; soggetti esistenti o immaginari, ispirati.
Ho un concetto di femminismo totale, cioè in cui è coinvolto anche l’uomo, in modo paritario. Non tollero neanche che sia l’uomo vittima del patriarcato. Anche gli uomini, ad esempio possono essere vittime di molestia da parte di una donna. Per questo disegno donne forti, ma anche dolci, che non vanno a prevaricare.
Nel caso degli astratti, invece, è solo un totale sfogo. Lavoro molto spesso dal vivo, in mezzo alla gente, nei locali, situazioni in cui non sto chiusa, per i fatti miei, perché è un’occasione di arricchimento grazie anche alle altre persone, anche quelle negative. È un ricevere e mettere un qualcosa in più.
Potete seguire le due artiste sui loro canali Instagram: era_divina (Lidia Cestari) – smedu_alessandra (Alessandra Medulla).
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