Ci sono avvenimenti che potrebbero rappresentare un motivo d’offesa oppure un’opportunità per accorgersi del valore che riconosciamo a noi stessi.
Come esempio, cito in particolare un dialogo avuto con una persona – che conosco da tempo – che mi aveva dato appuntamento per avere il mio libro.
Ebbene nel momento della consegna, anziché l’importo richiesto ho ricevuto una reazione di stupore «Ah! Ma perché… lo vendi?»
A quel punto sono rimasta come una deficiente… «Be’… sì. Non sono una scrittrice professionista, ma ho lavorato molto a questa raccolta in cui c’è la mia vita.
Comunque il prezzo era indicato nel post di promozione che hai letto. Mi darai i soldi quando ci rivediamo, nessun problema».
Detto questo – conoscendo la persona – ho compreso l’ingenuità della sua frase e considerando il suo imbarazzo, ho sorriso e sminuito “l’incidente” soprattutto perché mi sono resa conto della domanda a me stessa riflessa sul suo volto “Serena, quale valore stai dando a quello che fai, in cui investi amore ed energie?”
Tra le innumerevoli risposte che avrei potuto darmi, ho dato forza ad una presa di coscienza-lampo.
Da quando ho iniziato a scrivere del mio mondo, ho smesso quasi del tutto di citare grandi autori per esprimere ciò che sento, per lasciare spazio alla danza delle mie parole.
Non d’intellettuale, né di letterato, ma parole mie e quindi autentica manifestazione di CHI IO SONO, senza dover prendere a prestito dalla saggezza e sapienza altrui.
Quale valore, dunque?
Ho scoperto il piacere e la gioia di LEGGERMI. Non per immodestia, ma perché mi accorgo della mia crescita e maturazione. Un rinnovamento continuo.
Accorgersi del proprio valore rende la vita VIVA.
Quindi GRAZIE. Sono 11 euro. Un 1 che vede e riconosce se stesso, come è giusto che sia.
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