Per l’Ufficio Anagrafe di Roma il suo nome era Teseo, ma per i familiari e gli amici più intimi lui era “Roy”. Appassionato di fantascienza fin dall’adolescenza, Teseo si era innamorato di Roy Batty, antagonista – per lui protagonista assoluto – del film Blade Runner diretto da Ridley Scott. Appesa con delle puntine al muro della sua stanza di uomo maturo, aveva una fotografia dell’attore olandese Rutger Hauer, immortalato nella scena finale di Roy durante il famoso monologo precedente la sua morte. Teseo lo leggeva ogni sera prima di addormentarsi, con la reverenza di un fedele che recita il suo Vangelo.
«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.»
Il replicante Roy non era realmente cattivo; bensì era un esempio di chi lotta per il diritto di vivere in pace in società, ostacolato e perseguitato invece da un Sistema distopico, per il suo essere un’anomalia rispetto all’esigenza di modelli di nuova generazione. Teseo era un anticonformista riservato, sfuggente, taciturno anche se in momenti inaspettati era capace di battute esilaranti.
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A te, Papà. Al tuo coraggio.
Serena Derea Squanquerillo
Dipinto: Roy e le stelle – Acrilico su tela, 50×40 cm.