Oggi ho il piacere di intervistare la band Metal (ma non solo) siciliana degli Inside The Hole, in occasione dell’uscita, dopo dieci anni, del loro nuovo album “The Rotten Side”, edito da Elevate Records, con brani composti da loro. A rispondere come loro portavoce è Francesco Less, bassista del gruppo. Buona lettura!
Inside The Hole, ossia Roy Zappia, Francesco Less, Giulio Di Martino, benvenuti a “Racconti d’Arti”. “The Rotten Side” è il vostro nuovo album dopo dieci anni da “Impressions”. Quali sono gli elementi di continuità e quali invece le differenze rispetto alla vostra precedente produzione? In dieci anni sono molti i cambiamenti e le opportunità di maturazione in stile, contenuti e messaggi.
Ciao! Per prima cosa, grazie di averci voluti sui vostri spazi! È sempre un piacere per noi poter parlare del nostro nuovo disco. È arrivato diversi anni dopo il precedente, anche perché nel mezzo c’è stato un cambio radicale di line-up, che ha cambiato anche il volto musicale della band.
È chiaro che quando due membri su tre cambiano, anche il quadro di estrazioni musicali che confluiscono all’interno della composizione può cambiare molto. Ne siamo usciti come una band completamente rinnovata, senza comunque trascurare il rispetto per le origini, per le radici, e “The rotten side” ne è la prova.
Ascoltando in anteprima il vostro album, ho notato subito una commistione di generi e linguaggi diversi, non solo metal. Un qualcosa che personalmente apprezzo molto, perché non amo le categorie a comparti stagni. Parlateci della vostra musica, nella forma e nei contenuti. Quali sono vostri modelli di riferimento?
Crediamo che, addirittura, non sia neanche così corretto dire che il nostro genere di impianto sia il metal, anche se è in effetti lo stile su cui tutti e tre ci riusciamo ad incontrare, insieme al Wild rock’n’roll in stile Motorhead.
Per il resto siamo difficili da inquadrare: Roy viene dal blues, dall’hard rock, ma ha anche un gran bel progetto black metal in fase di avvio; Giulio ha nel suo background il thrash metal classico, ma anche l’hip-hop; io (Francesco) sono forse quello di estrazione più eclettica, oltre al blues che amo moltissimo, porto avanti altri progetti musicali che vanno dalla darkwave all’alt-rock, o addirittura alla ricerca sulla musica popolare.
Chiaramente tutto questo porta una ricchezza compositiva che ci ha permesso di poter tirare fuori un disco come quello che avete ascoltato. Anche sugli strumenti ci siamo divertiti, rompendo in certi casi gli schemi canonici del power trio, inserendo la Cigar box guitar al posto del basso su due brani, chitarre acustiche e batterie destrutturate, o il sax su soli e ritmiche.
Immergiamoci ancora di più nei contenuti, nei loro significati. Già dai titoli dei vostri brani, come “Straight to Hell”, “Rotten Side Of Your Mind” e “A Strange Lie Called Life”, emerge un’amarezza, denuncia, sarcasmo con toni duri nei confronti dell’essere umano e la vita, fino a toni blues più malinconici o forse solo più disincantati nei brani finali, soprattutto con “All I know”, che chiude questo viaggio. Quali sono le vostre intenzioni? Che messaggio volete veicolare? C’è una speranza?
Ma sì, è Rock, quindi utilizziamo quel codice comunicativo, quello della grinta, e soprattutto della contestazione, che comunque ci appartiene, anche a livello di attitudini personali singole. Ma c’è anche molta ironia in testi come “Straight to hell” o “A man called chicken”, c’è il racconto di una lunga traversata che io e Roy abbiamo fatto in sella alle nostre moto sotto la luna piena, che è “Moonlight riders”, c’è il viaggio psichedelico di “Shamanika” e c’è “All I know”, che è una canzone d’amore il cui ritornello è scritto con delle citazioni di tre grandi band classiche della storia del rock.
Non ci poniamo il problema della speranza, cerchiamo semplicemente di raccontare il nostro tempo, utilizzando il linguaggio e lo stile che caratterizzano gli Inside The Hole.
Le vostre canzoni sono tutte in inglese. Avete intenzione di produrre qualcosa in italiano per il futuro?
È difficile rinunciare alla musicalità dell’inglese quando si suonano le cose che suoniamo noi. L’Italiano è una lingua che amiamo, come anche il Siciliano, che è la nostra lingua biografica, ma la musica ha bisogno di suonare bene, e valuteremo di scrivere in altre lingue diverse dall’Inglese quando sarà la musica stessa a chiedercelo.
Attualmente siete in tour? Quali sono le prossime date in programma?
Come tutti quelli che, come noi, credono ancora nella musica che parte dal basso, senza scorciatoie, dal sudore, dai club, dai festival, stiamo attraversando questo periodo di crisi della musica live che è venuto fuori a partire dagli anni del covid.
Ma il disco ci ha dato un nuovo slancio, e già a inizio estate saremo sul palco di qualche festival in Sicilia, in attesa di spostarci in giro per il resto d’Italia in autunno.
Line up:
Roy Zappia (Voce, Chitarra elettrica e acustica)
Francesco Less (Basso, Cigar Box Guitar, Sax Tenore, voce)
Giulio Di Martino (Batteria)
Tracklist:
- Straight To Hell
- Rotten Side Of Your Mind
- A Man Called Chicken
- A Strange Lie Called Life
- Shamanika
- Not Falling Down
- Moonlight Riders
- All I Know
Artwork: Sandro Di Girolamo
Foto: Marco “Maiqqu” Calò (Bunnyblack)
Ufficio stampa: Francesco Gallina – FGR Press.
Per l’ascolto:
https://open.spotify.com/album/1JtYspMEKhSsJRe1IFw6sv?si=_nwG7DopR-6Xet-J0ljzag
Per approfondire
Email: insidetheholeband@gmail.com
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