In attesa di riprendere ufficialmente il 5 settembre con la nuova stagione di “Racconti d’Arti”, colgo l’occasione di inaugurarlo con una segnalazione per la sezione “Ti lancio un libro!” del blog. Questo perché voglio approfittare della lettura ultimata, a caldo delle sensazioni ed emozioni che mi sono state trasmesse. Parlo del nuovo romanzo di Andrea Ansevini, dal titolo “La più bella estate della mia vita”, edito da Le Mezzelane Casa Editrice. Buona lettura!
Nel momento in cui scrivo, è notte e mi prendo tutto il tempo per scrivere questa esperienza. Ho avuto modo di intervistare Andrea in tempi recenti, proprio in occasione dell’uscita del libro di questo prolifico autore dalla curiosità e creatività vulcaniche. Potete trovare il link qui: intervista ad Andrea.
Come ho spiegato più volte, io non mi occupo di recensioni o critiche, perché non è né il mio campo né un mio obiettivo, ma quando leggo un libro che mi chiama nel momento giusto e mi lascia un segno profondo, lo segnalo per l’esperienza che ne ho fatto. Per cui non sono qui ad esprimere valutazioni tecniche.
Nel raccontare dei suoi libri e delle sue attività, Andrea è sempre molto essenziale, ma quando scrive, e mi riferisco in particolare a questo tipo di romanzi o racconti biografici, è capace di tirar fuori la sua grande sensibilità ed espressività poetica, di evocare forti emozioni. Per certi versi, è come un bambino, non nel senso infantile del termine, ma della fresca genuinità.
Io amo moltissimo i libri auto/biografici, che parlano di vita vera, vissuta, anche se un po’ romanzata, libri che ti fanno toccare la realtà, il mondo di chi parla; che trasmettono valori Umani. E, per me, “La più bella estate della mia vita” è uno di questi. Si tratta, infatti, di una storia vera, accaduta negli anni Settanta al fratello di un amico di Andrea.
Non voglio svelarvi molto, ma posso sicuramente dire che questo è un libro che racconta di amore, libertà, che è capace di trasmettere una leggerezza che rende più sopportabile il dramma che accade nella storia. E poi c’è l’elemento acqua, a cui sono molto legata, e i gabbiani che volano in alto e che Tobia, il protagonista, vuole imitare. Ho ultimato la lettura con un sospiro di commozione, perché ho sentito fortemente quell’estenuante amore del protagonista per la libertà.
Approfitto anche per ringraziare pubblicamente Andrea per avermi inserita, a mia sorpresa, tra i ringraziamenti finali e per l’aiuto reciproco, perché è uno di quegli operatori appassionati con cui si è costruita una buona rete di collaborazione e supporto reciproco, in modo onesto e leale. Cosa rara.
Sinossi del romanzo.
Disponibile sia in formato cartaceo sia in ebook, in tutte gli store digitali e librerie.
Estate 1975. Tobia, quindici anni, una vita davanti e tanta voglia di viverla. Abita con i suoi genitori a Pistoia, ma passa le vacanze nella casa dei nonni, nell’incantevole isola di Favignana e, come i gabbiani il cui volo ama imitare, sprezzante del pericolo si lancia dalla scogliera Bue Marino, la più alta, a picco sul mare.
Come quella di ogni adolescente, la sua vita è scandita da grandi gioie e grandi dolori: la gita scolastica, il terribile incidente accaduto all’amico del cuore, il diario sul quale scrive i suoi segreti e i suoi pensieri. In sottofondo, le note della musica anni Settanta.
Poi, i primi problemi di salute, le visite, le analisi, i viaggi in giro per l’Italia in cerca di qualcuno in grado di formulare una diagnosi. Infine, la cocente verità: una malattia rara, terribile e semisconosciuta.
Tobia si sente perso, ma ecco che la vita torna a sorridergli con gli occhi di Margherita, l’amore della sua vita. Lei sa capirlo e sostenerlo. In lei trova la forza di lottare, fino al giorno in cui il destino lo metterà di fronte a una nuova, durissima prova.
Un altro elemento che ho apprezzato molto del romanzo, sono le citazioni a testi di canzoni storiche della musica italiana e straniera degli anni Settanta, di cui Andrea Ansevini è grande conoscitore, che donano alla narrazione una maggiore profondità e coinvolgimento emotivo. Questo mi ispira a concludere questa mia piacevole segnalazione con la citazione di “A winter’s tale”, una canzone dei Queen, band con cui sono cresciuta. Si tratta di uno degli ultimi brani contenuti nell’album “Made in Heaven”, pubblicato nel 1995, qualche anno dopo la morte del cantante Freddie Mercury. La canzone narra di un paesaggio, in questo caso invernale, davanti a un lago; di risate, magia e gabbiani in volo; descrive un sogno di beatitudine:
C’è una luna setosa lassù nel cielo, sì
I bambini fantasticano
Gli adulti sono in attesa
Che sensazione fantastica
Sto sognando?
Sto sognando?
Così tranquillo e pacifico
Una leggera pioggia mi batte sul viso
Che posto straordinario!
E il sogno del bambino
È la speranza dell’uomo
È tutto così bello
Come un dipinto di paesaggio nel cielo, sì
Le montagne stanno diventando più alte, uh
Il mio mondo gira, gira e gira
È incredibile
Mi fa vacillare
Sto sognando?
Sto sognando?
Oooh, è una gioia