“Un incontro inaspettato. Riflessioni su Il Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien”, intervista a Miriam Di Noto

“Un incontro inaspettato. Riflessioni su Il Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien”, intervista a Miriam Di Noto.

Oggi, vi propongo l’intervista a Miriam Di Noto, autrice siciliana, nuova ospite di Racconti d’Arti, che ci presenta “Un incontro inaspettato. Riflessioni su Il Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien”, il suo saggio breve, autopubblicato.
Prima della pubblicazione, il saggio ha ricevuto il Premio della Critica al concorso Letterario Caffè delle Arti IX edizione 2022 ed è stato proposto alla lettura e riflessione degli alunni di alcune classi del Liceo classico di Vittoria e di Scicli. Buona lettura!

Miriam, benvenuta a “Racconti d’Arti”. Vuoi parlarci un po’ di te e di come è iniziata la tua esperienza con la scrittura di un testo?

Grazie a te, Serena, della possibilità offertami di raccontare di me. Io ho dedicato tanti anni della mia vita allo studio e poi all’insegnamento della letteratura Latina e Greca nel Liceo classico della mia città: Vittoria, in provincia di Ragusa. Ho cercato di trasmettere ai miei ragazzi la passione per il mondo classico, per la sua profondità e attualità, costruendo con loro anche rapporti umani molto intensi, che continuano ancora oggi.

È per me una grandissima gioia rincontrarli o avere notizie della loro vita privata e professionale. Ho sempre amato leggere e scrivere sin da ragazzina, conservo ancora quaderni di racconti e romanzi scritti tra l’infanzia e l’adolescenza. Ma è solo da pochi anni,da quando sono andata in pensione, che ho trovato il tempo per riscoprire la mia antica passione.

“Un incontro inaspettato. Riflessioni su Il Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien” è un saggio breve sull’opera dello scrittore e filologo inglese. Perché ‘incontro inaspettato’? Raccontaci di questo saggio. Come è nato e come è strutturato?

Appena andata in pensione nel settembre del 2020, con mio marito sono partita per Las Palmas sull’isola di Gran Canaria, che avevamo conosciuto in viaggi precedenti e ci aveva conquistato per il clima mite anche d’inverno, il mare cristallino, il cielo azzurrissimo, gli abitanti solari e accoglienti. Purtroppo quel periodo coincise con una nuova fase molto aggressiva del COVID.

Mentre a Las Palmas si poteva vivere serenamente all’aria aperta, rispettando alcune norme di sicurezza, le notizie dalla Sicilia erano drammatiche: tantissimi erano stati contagiati tra amici e parenti e tanti, troppi erano venuti a mancare. Mi sentivo combattuta tra l’angoscia per ciò che succedeva e la serenità della vita all’aria aperta che conducevo. Un giorno mi ritrovai in una libreria e lì comprai “Il Signore degli anelli”, che non avevo mai letto.

Fu un “incontro inaspettato” scoprire che oltre la bella storia coinvolgente in cui mi immergevo, c’era nell’opera qualcosa di molto profondo, che mi colpiva e avvinceva, man mano che andavo avanti nella lettura.
Mi colpirono soprattutto delle frasi, che suscitarono le mie riflessioni. Le misi per iscritto e mesi dopo trovarono casa in un libro autopubblicato. Il saggio è così venuto fuori suddiviso in brevi capitoli, dedicati ad ognuna di queste frasi.

“Un incontro inaspettato. Riflessioni su Il Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien”, intervista a Miriam Di Noto

La scrittura di un saggio è certamente impegnativa e impegnativo è il testo di Tolkien, ma se osserviamo la copertina del libro, la percezione è di alleggerimento; quello che si vede è il godimento di un momento di svago. Come hai vissuto la scrittura del tuo saggio? Quale è la sua finalità?

La copertina racconta proprio questo incontro con i personaggi di Tolkien, scaturiti dal suo libro, avvenuto in un luogo fantastico, una spiaggia ombreggiata da palme alla luce del tramonto. La scrittura è nata da una sorta di colpo di fulmine per l’opera e il suo autore, dall’ urgenza di esprimere le mie riflessioni e poi di condividerle attraverso il saggio con più persone possibili.

Il messaggio che vorrei arrivasse ai miei lettori è che “Il Signore degli anelli” non sia soltanto una bella storia fantasy, ma un’ opera che tocca temi estremamente sensibili per un lettore di oggi, come la scelta tra il bene e il male, la giustizia, la guerra, l’inclusione, la condizione della donna e che quindi ha un messaggio profondo da trasmettere, aiuta ad andare in profondità, a non fidarsi delle apparenze.

Un libro insomma che è un meraviglioso compagno di viaggio nel cammino ancora così tenebroso, ma con lo sguardo rivolto alla luce che può ancora spuntare.

Di recente hai partecipato insieme ad altri autori a un’antologia di racconti e poesie sulla tematica dell’amicizia, dal titolo “Agorà l’amicizia si fa in 10”. Ci parli del tuo racconto?

È stata una bellissima esperienza collaborare con un gruppo di persone straordinarie. Tutto è nato da un’ intervista sul libro fattami da Eugenio Pattacini, il talentuoso curatore dell’antologia.

Il mio racconto si intitola “In ricordo di un amico” e narra la storia dell’amicizia tra una ragazza e un ragazzo, che si snoda dalla giovinezza all’età matura. La protagonista ritrova dopo moltissimi anni  un amico con cui aveva diviso alcuni momenti importanti della sua giovinezza. Tanti avvenimenti si sono avvicendati nella vita di entrambi.
Inizia così un carteggio moderno tramite whatsapp, che permette ai due personaggi di condividere vicende anche drammatiche.

Non aggiungo altro, lascio al lettore, se vorrà, scoprire come si evolverà la vicenda.

Quali sono i tuoi prossimi progetti di scrittura?

Intanto c’è un altro progetto: una raccolta con altri autori, in cui lavoreremo tutti a creare un racconto da un unico incipit.

Sto anche lavorando a un saggio dedicato alla difesa della cultura classica dagli attacchi della cancel culture, tanto in voga di questi tempi, che vorrebbe cancellare la cultura del passato, accusata di non aver rispettato i diritti delle minoranze e di trasmettere ideologie pericolose. Una delle proposte più bislacche è, ad esempio, il rifiuto della poesia omerica perché espressione di maschilismo tossico.

Sto anche scrivendo dei racconti a metà tra la fantasia e l’autobiografia. Qualche anno fa lessi “Paula” di Isabel Allende. Mi colpì una frase: “La mia vita si realizza nel raccontarla e la mia memoria si fissa nella scrittura. Ciò che non diventa parola il tempo cancella”, e da allora mi è nata una gran voglia di raccontarmi.

Il saggio è disponibile in formato Kindle e cartaceo su Amazon.

Per approfondire

Profilo Facebook: Miriam Di Noto

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