Poco fa mi sono seduta alla scrivania, ho acceso una delle mie candele blu per rilassarmi, il blu della mia serenità.
E ho cominciato a osservare la fiamma davanti a me.
Le ho chiesto di prendere le sembianze del mio intimo Essere.
La fiamma 🔥 ha iniziato a danzare lentamente.
Mi sono domandata se quella forma di luce fosse al suo interno piena o vuota.
Ho percepito completezza.
Mi sono chiesta se sentisse dolore e stanchezza nel sentirsi bruciare senza interruzione.
Ho passato velocemente due dita su questa fiamma e naturalmente ho avvertito il forte calore e l’odore tipico della pelle sul fuoco.
Mi sono poi chiesta qual fosse la sua origine e da quale punto si osservasse.
Così mi sono accorta del nero stoppino, solido, dritto, che nonostante bruciasse restava lì ancora integro con lo sguardo verso l’alto e in silenzio.
L’ho ammirato per la sua composta determinazione nel lasciarsi splendere, acceso da una scelta.
Ho sorriso al ricordo di aver chiesto alla fiamma di somigliarmi… ma forse ero io a prendere da essa esempio, non importa.
Ho passato ancora la mano sulla fiamma ma stavolta non ho avvertito alcun dolore o bruciore insopportabile, nessun odore fastidioso… anzi addirittura mi è sembrato di toccare morbido tessuto di luce.
Ho spento la candela ringraziandola.
Sono ancora seduta alla mia scrivania, ispirata a splendere con fiducia.
E con fede ora sono qui a scrivere che una Fiamma ha diritto di splendere.
Può soffiare il vento, certo, ma sono sicura che il fuoco ritrova sempre la sua origine in un modo o nell’altro.
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