Ci sono testi da me scritti dopo una profonda meditazione, che a una prima lettura sembrano avere un senso contorto e poco chiaro ma il cui significato si svela man mano anche a distanza di tempo.
Non basta l’interpretazione logica, serve un’apertura del sentire intuitivo.
È a me intraprendere il viaggio lungo le vie della vita.
Serenamente, intimamente e percependo ogni passo come un punto di unione con le mie attese, attese, attese intenzioni.
Lo Spirito è ogni punto di luce che si attiva senza pregiudizi e senza cercare di controllare i come ed i quando.
La mia opinione è oltre ogni attenzione possibile.
Conoscere il prossimo passo non è un punto di attesa ma di ricezione.
Molte sono le verità e tutto è in movimento finché non comprendo che ogni verità è interiormente connessa lì dove tutto è immutabile e in eterno percepire che tutto semplicemente è.
Il mio viaggio è in continuo divenire e il fine è il comprendere che il punto di unione è fare della propria percezione la propria mappa verso la più onnicomprensiva realtà.
Scelgo un passo e vedo cosa sarà inoperato e cosa sarà attivo.
Sono due input che possono portarmi beneficio e anche ciò che considero non attivo sarà sempre in me come parte di ciò che tutto è.
Onoro il mio cammino perché so che tutto quello che devo conoscere sta in ogni percezione di me come la parte direttamente in unione con ciò che cerco e che trovo se mi guardo indietro dove il mio passo torna e comincia nella memoria.
Realizzo che se oppongo resistenza, oppongo limiti al fluire della creatività che sono e comprendo che se riesco a lasciare la presa sono colui a cui accadono le cose e che ogni passo è solo il ricordo di quello che è già avvenuto nei miei sogni, in questo labirinto di sentieri che le mie convinzioni e abitudini modellano come uno scultore modella le sue creature infondendogli parte di sé.